L’annuncio ufficiale di un prossimo Piano Sanitario Nazionale come “strumento di governance condivisa con le Regioni”, basato sulla valutazione dei fabbisogni grazie a dati interoperabili, e il placet all’autonomia differenziata del collega Calderoli. Il ministro Schillaci in risposta al Question Time in Senato ha segnato due importanti pietre miliari nel suo mandato, non risparmiando bordate all’opposizione sul definanziamento degli anni scorsi in sanità, fatta eccezione per l’emergenza pandemica, e sul mancato rispetto dei Lea così come sulla disattenzione nei confronti del personale sanitario. Per cui, ha ribadito, «siamo impegnati a superare il tetto di spesa».
Il Piano Sanitario Nazionale come superamento del Patto per la Salute. «Il Ministero della Salute è impegnato in via prioritaria a restituire ai cittadini un equo accesso alle cure e una uniforme fruizione in tutto il territorio nazionale dei Lea da parte di tutti i cittadini della nazione, cosa che negli anni passati non è sempre stata pienamente garantita – ha premesso Schillaci – . Questo obiettivo strategico viene conseguito rinforzando il nostro sistema dal punto di vista della dotazione finanziaria ma anche dal punto di vista del rapporto tra Stato e Regioni. Per questo adotteremo un modello di programmazione sanitaria – ha precisato – centrato sullo strumento del PSN che testimonia la volontà di passare da una governance pattizia – e in questo caso lo strumento è stato il Patto per la Salute – a una reale governance condivisa in cui Stato e Regioni si prendono responsabilità davvero condivise verso tutti i cittadini».
Dopo la pandemia: ripensare i percorsi clinici tra ricerca, cronicità e innovazione
Gli impatti in termini di ricerca e di organizzazione dei percorsi clinici determinati dalla pandemia di Covid-19 hanno mostrato quanto sia stato catastrofico quest’ultimo periodo