La notizia è stata riportata dal New York Times a giugno di quest’anno: i medici hanno effettuato per la prima volta un trapianto di orecchio composto di cellule umane e prodotto con una stampante 3D. A riuscire nell’impresa sono stati i ricercatori dell’azienda di medicina rigenerativa 3DBio Therapeutics. La paziente è una donna di 20 anni nata con la microtia, un difetto congenito che rende il padiglione auricolare piccolo e malformato e che può associarsi alla perdita dell’udito. Secondo gli scienziati della 3DBio, il nuovo orecchio, trapiantato a marzo, continuerà a rigenerare il tessuto cartilagineo fino ad acquisire l’a- spetto e la sensibilità di un tessuto cartilagineo fisiologico. Questo successo lascia immaginare una nuova era della trapiantologia, in cui non saranno più necessari donatori o attese per gli organi. In cui le diverse parti del corpo potranno essere prodotte in un laboratorio, a partire semplice- mente da mezzo grammo di cellule prelevate dal paziente. Un futuro del genere, degno di un romanzo di fantascienza, potrebbe essere allo stesso tempo più vicino di quanto si possa pensare e un po’ più lontano di quanto si potrebbe credere leggendo l’articolo del New York Times.
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