Nuovo Regolamento Europeo sulle Sperimentazioni Cliniche

Gli innumerevoli farmaci e tecnologie innovative che si affacceranno sul Sistema Sanitario Europeo nell’immediato futuro, pongono un serio problema di governance dell’innovazione. Ogni Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe infatti essere in grado di introdurre le nuove e complesse tecnologie avvalendosi divalutazioni che ne permettano l’utilizzo appropriato e la verifica del beneficio atteso.

L’innovazione farmaceutica necessita dunque di essere supportata da studi e sperimentazioni cliniche adeguate, che rispondano in maniera efficace ed efficiente al nuovo paradigma farmaceutico europeo.

Gli studi clinici costituiscono una parte essenziale del programma di sviluppo di un nuovo farmaco. Dato l’onere per i pazienti arruolati nei trials, il tempo e il numero di pazienti necessari per completare tutte le fasi dello sviluppo di un farmaco, gli alti rischi e i costi legati al possibile fallimento in ogni fase, negli ultimi anni è emersa un’attenzione sempre maggiore nel disegnare studi clinici innovativi, in tutte le fasi dello sviluppo del farmaco. Il fine ultimo è di accelerare l’accesso ai nuovi farmaci per i pazienti e di migliorare l’efficienza e il tasso di successo degli studi clinici stessi.

Per migliorare tale efficienza degli studi clinici, negli ultimi anni è aumentato lo spettro di possibili modalità di sperimentazione clinica “accelerata” di sviluppo del farmaco. Sono stati infatti introdotti nuovi tipi di studi clinici, come ad esempio i Basket trials, Umbrella trials, Pragmatic trials o Decenntralized Clinical Trials, che rappresentano l’evoluzione e la modernizzazione degli stessi studi clinici, chiamati a rispondere ad una nuova concezione dell’utilizzo dei farmaci innovativi, per una terapia che possiamo definire “marker-driven”.

L’innovazione è un pilastro della strategia di crescita nell’UE della politica farmaceutica e deve essere coerente con la visione globale delle politiche comunitarie. Pertanto, è essenziale che la legislazione che riguarda i settori innovativi, come l’industria farmaceutica, si adegui a tale contesto. La revisione della direttiva sulle sperimentazioni cliniche rappresenta, dunque, un’opportunità per migliorare i regolamenti che indirizzano la ricerca farmaceutica e, quindi, l’accesso ai farmaci innovativi per i pazienti.

Nel maggio del 2014, è stato pubblicato il Regolamento (EU) n. 536/2014 sulla sperimentazione clinica, entrato in vigore in Europa dal 31 gennaio 2022. Con questo Regolamento, la Commissione ha risposto alla richiesta di tutte le parti interessate di una maggiore armonizzazione e razionalizzazione delle disposizioni per la conduzione degli studi clinici nell’UE. Approcci discordanti tra gli Stati Membri infatti, insieme al mancato rispetto delle scadenze legali e alla assenza di meccanismi formali di coordinamento all’interno e tra gli Stati membri, hanno comportato un aumento del carico di lavoro per l’industria farmaceutica e hanno ridotto l’attrattività dell’Europa come luogo in cui effettuare ricerca e sviluppo.

Secondo il Nuovo Regolamento lo sponsor di uno studio clinico potrà invece presentare un unico dossier di domanda di sperimentazione clinica su un portale comune a livello europeo, che sarà poi sottoposto ad una valutazione unica, basata sulla cooperazione tra gli Stati Membri. La possibilità per lo sponsor di scegliere uno “Stato Membro relatore”, che prenderà l’iniziativa su aspetti chiave della valutazione, dovrebbe poi supportare la condivisione del lavoro di valutazione delle autorità competenti nell’UE. Tale proposta rispetta il criterio che alcuni aspetti devono essere analizzati a livello nazionale. Il nuovo processo consentirà di arrivare ad una singola decisione per ogni sperimentazione clinica per ogni Stato membro interessato. Le regole prevedono anche il rigoroso rispetto delle scadenze per ottenere l’autorizzazione. Le scadenze richieste sono sfidanti ma volutamente competitive, dal momento che il processo prevede meccanismi che ne rafforzano la conformità.

Questo Regolamento stabilisce gli obiettivi di valutazione sulla base delle buone pratiche cliniche stabilite dalla Conferenza internazionale sull’armonizzazione (ICH) e dalla Dichiarazione di Helsinki dell’Associazione medica mondiale. Come tale, la nuova legislazione avrà importanti ricadute sull’organizzazione interna degli Stati Membri. In tal senso, saranno avvantaggiati quegli Stati che si sono “preparati” in anticipo al recepimento di tale Regolamento per avviare le nuove sperimentazioni cliniche.

L’Italia, in questo contesto, deve ancora organizzarsi per poter recepire, in pieno, il Regolamento. Infatti, la legge Lorenzin n. 3/2018 e il relativo decreto legislativo n. 52/2019, avevano previsto l’adozione di una serie di decreti ministeriali che avrebbero dovuto “preparare” l’ordinamento nazionale all’attuazione del Regolamento, ma, ad oggi, questi decreti (e in particolare quello relativo alla riorganizzazione dei Comitati Etici) non sono ancora stati emanati, lasciando aperti numerosi interrogativi.

Tuttavia, dalla data di entrata in vigore del Regolamento, è previsto un periodo di transizione della durata di un anno, durante il quale potranno ancora essere presentate, su base volontaria, domande di autorizzazione alla sperimentazione clinica ai sensi della Direttiva 2001/20/CE, che non sarà invece applicabile, insieme alle relative normative nazionali, per tutte le altre nuove sperimentazioni. Entro tre anni, però, è previsto il passaggio definitivo alle disposizioni del Nuovo Regolamento per tutte le sperimentazioni in corso.

È importante, in tale contesto, che l’Italia modifichi, dunque, il proprio concetto di valutazione dei farmaci, sia dal punto di vista delle sperimentazioni, sia dal punto di vista regolatorio. È fondamentale che la “macchina regolatoria” si metta in moto il prima possibile, con iniziative come quella promossa da AIFA. Un rapido recepimento del Regolamento è essenziale, quindi, per non rischiare di “non essere al passo” con l’innovazione farmaceutica e consentire all’Italia di diventare un Paese “attrattivo” per gli sponsor delle sperimentazioni cliniche dei futuri farmaci innovativi.

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