Negli ultimi anni sono state sviluppate terapie innovative non basate su molecole di sintesi chimica o biochimica, bensì su tecnologie DNA, RNA, e su cellule e tessuti ingegnerizzati. Questo ampio panel di soluzioni terapeutiche viene classificato come “Advanced Therapeutic Medicinal Products” (ATMPs).
Le ATMPs vanno considerati veri e propri “medicinali”, frutto degli enormi progressi fatti negli ultimi 50 anni nel campo delle biotecnologie e dell’ingegneria genetica, che mirano a colpire le malattie direttamente alla loro base genetica o cellulare, ridefinendo l’approccio terapeutico verso una personalizzazione “patient customized”. Esse differiscono molto dai farmaci convenzionali, in quanto il materiale di partenza è di origine biologica, generalmente umana (cellule o tessuti di donatori sani o di pazienti); questo materiale biologico può derivare dal paziente stesso (per trattamenti autologhi) o da un donatore compatibile in termine di istocompatibilità maggiore (HLA).
Le ATMPs sono una categoria terapeutica in rapida crescita che offre nuove opportunità per il trattamento di patologie considerate ad oggi incurabili (malattie genetiche, patologie degenerative o croniche e tumori) e di gravi lesioni o ustioni. Allo stesso tempo, però, questi trattamenti complessi e innovativi, pongono sfide specifiche alla progettazione e alla conduzione degli studi preclinici e clinici, nonché al loro accesso al mercato.
I farmaci biologici di questa nuova frontiera della medicina personalizzata sono classificati in 4 categorie principali:
- Terapia genica. I prodotti di terapia genica contengono una molecola di DNA o RNA che consente di regolare, riparare, sostituire, aggiungere o eliminare una sequenza genica. Si cerca di combattere la malattia mirando direttamente alle sue basi genetiche, o fornendo all’organismo una copia corretta del gene difettoso, o un altro gene che possa compensarne il malfunzionamento nelle cellule colpite dalla mutazione, oppure utilizzando l’editing genomico, procedura che permette di correggere un gene difettoso senza doverne fornire una copia sana dall’esterno.
La somministrazione può essere:
- In vivo: il “gene terapeutico” viene somministrato direttamente nell’organismo del paziente, per via locale (organo bersaglio) o per via sistemica (nella circolazione sanguigna).
- Ex vivo: la correzione avviene all’esterno dell’organismo del paziente; le cellule bersaglio vengono prelevate dal paziente, modificate geneticamente e reintrodotte nel paziente stesso.
- Terapia cellulare. I prodotti di terapia cellulare contengono cellule vive utilizzate per trattare organi o tessuti danneggiati. In questo caso la terapia prevede l’impiego di cellule staminali adulte, che vengono manipolate in laboratorio e fatte proliferare per ottenere diverse tipologie di cellule con attività modificata, che vengono poi re-infuse al paziente (è questo il caso delle CAR-T, oggi prevalentemente utilizzate per la terapia di leucemie e linfomi, ma che promettono di essere efficaci anche in alcuni tumori solidi).
- Ingegneria tessutale. I prodotti di ingegneria tissutale combinano la terapia genica e cellulare per creare protesi biologiche finalizzate a sostituire un organo danneggiato.
- Terapie avanzate combinate. Sono soluzioni terapeutiche che contengono uno o più dispositivi medici come parte integrante del farmaco a base di cellule o tessuti.
Il Regolamento CE 1394/2007 rappresenta il contesto normativo di riferimento per le ATMPs; un apposito comitato, il Comitato per le Terapie Avanzate (CAT) ha il compito di valutare qualità, sicurezza ed efficacia delle ATMPs, per poi sottoporlo all’approvazione del Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP, Comitato per i medicinali ad uso umano).
La Direttiva Europea 2009/120/EC si propone di regolare/controllare l’intero ciclo di vita di questi prodotti. Questa Direttiva ha, di fatto, equiparato questi prodotti ai “farmaci tradizionali” e richiede, conseguentemente, che nella produzione degli ATMPs siano pienamente rispettate le Buone Pratiche di Fabbricazione o GMP (Good Manufacturing Practices) che erano state, sin qui, di dominio esclusivo dell’Industria Farmaceutica. Un punto cruciale per le Terapie Avanzate, come indicato nel Documento “La valutazione delle spese per le Terapie Avanzate. Le ragioni di un nuovo approccio economico e contabile”, è rappresentato dalla sostenibilità per i Servizi Sanitari di questi medicinali e, conseguentemente, dalla necessità di operare scelte ugualmente avanzate di programmazione sanitaria. Il Gruppo di Lavoro di #VITA (Valore ed Innovazione delle Terapie Avanzate), ed un gruppo di aziende farmaceutiche specializzate nel settore delle Terapie Avanzate, intendono promuovere la diffusione e la valorizzazione delle ATMPs, con il coordinamento di LS CUBE e la collaborazione del Prof. Giorgio Alleva (Ordinario di Statistica presso l’Università di Roma, La Sapienza), del Prof. Americo Cicchetti (Ordinario di organizzazione aziendale presso l’Università Cattolica di Roma e Direttore di ALTEMS), del Prof. Mauro Marè (Ordinario di Scienza delle Finanze presso l’Università della Tuscia e la Luiss Business School) e dell’ Avv. Rosanna Sovani (Partner di LS CUBE).
Come ben riassunto nel citato documento, le Terapie Avanzate si caratterizzano per;
- essere one-shot, ovvero, vengono somministrate con un unico trattamento, a differenza dei farmaci e dei protocolli tradizionali usati per altre patologie, che prevedono cure ripetute e regolari,
- produrre un evidente disallineamento temporale tra costi effettivi, concentrati nel breve periodo, e benefici futuri, diffusi su un più lungo orizzonte temporale,
- avere costi di investimento elevati, ma anche notevoli benefici in termini clinici, terapeutici, sociali ed economici per i sistemi sanitari e la salute dei pazienti;
- offrire nuove prospettive di guarigione ai pazienti affetti da patologie che, sino ad ora, erano prive di una soluzione terapeutica;
- intervenire in modo diretto sulle cause della malattia;
- richiedere un lungo e più complesso processo di preparazione, rispetto ai farmaci tradizionali;
- essere prodotti medicinali biologici composti in genere dalle stesse cellule dei pazienti, che vengono prelevate in ospedale e successivamente ingegnerizzate nei siti produttivi;
- essere somministrate solo in centri qualificati e specializzati e provenire da piattaforme estremamente innovative e complesse;
- richiedere, nel corso della gestione del loro ciclo di vita, una continua manutenzione e innovazione per essere aggiornata e per assicurare ai pazienti il miglior prodotto possibile;
- generare benefici ulteriori in termini di recupero della produttività sul lavoro, per lunghi periodi della vita, che risulta migliorata nei suoi aspetti psicologici, relazionali e sociali, e permette un recupero di redditività (gettito fiscale) ed evidenti risparmi diretti e indiretti per il SSN;
- generare impatti sugli altri livelli di assistenza del sistema sanitario in quanto implicano il coinvolgimento di risorse ospedaliere nell’ambito del processo di cura;
- implicare una co-responsabilizzazione sugli esiti dei trattamenti tra l’industria farmaceutica e il sistema sanitario, che interviene con competenze e altre tecnologie a supporto del percorso di cura.
Attualmente, in Europa, sono state approvate 22 Terapie Avanzate – 6 di queste sono state poi ritirate dal commercio – principalmente per malattie monogeniche, neoplasie ematologiche e lesioni gravi.
Si stima che saranno almeno 60 le terapie avanzate in arrivo entro il 2030, con quasi 500.000 pazienti potenzialmente trattabili con una terapia genica o cellulare.
Affinché l’Italia possa continuare ad essere, in futuro, un Paese che non solo sia attivo nella ricerca sulle terapie avanzate ma che, come oggi, riesca anche a renderle effettivamente fruibili ai pazienti, sarà necessario un cambio in termini organizzativi, inclusa la ricerca e l’identificazione dei fondi necessari a coprire i costi di queste terapie. Sarà fondamentale, inoltre, individuare nuovi modelli regolatori e di rimborso che possano rendere sostenibili le terapie avanzate per il nostro Paese, anche a fronte delle previsioni di aumento del numero di terapie che saranno disponibili nei prossimi anni.
Questo tema è già stato ampiamente affrontato dall’Osservatorio Terapie Avanzate nella prima Consensus sulle Terapie Avanzate, dal titolo “Proposta di Misure per la Determinazione del Valore delle Terapie Avanzate in Italia – uno Studio Basato sul Metodo Delphi“. Il Gruppo di Lavoro, composto da 16 esperti di altissimo livello nel panorama italiano ed internazionale, propone un nuovo metodo di finanziamento (frazionato e rateizzabile oltre l’anno finanziario e outcome based). Tale modello prevede un meccanismo di condivisione del rischio tra SSN e aziende produttrici: se in qualunque momento del periodo di rateizzazione, la terapia non dovesse risultare efficace, il SSN non dovrà versare le successive rate annuali, che resteranno perciò a carico delle aziende produttrici.