Un anno e due mesi: è questo, in media, il tempo che un paziente oncologico deve attendere prima di poter essere trattato con farmaci innovativi. Un tempo infinito se si considera che queste terapie sono dei salvavita. Un ritardo che, come sottolineato dagli specialisti dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) in occasione del XVI Congresso Nazionale, è in netta contraddizione con i progressi della scienza. Oggi la prognosi di diverse tipologie di tumore è nettamente migliorata: solo per fare un esempio, in mezzo secolo la sopravvivenza per le donne con diagnosi di cancro al seno è passata dal 30 al 90%.
Costruzione e revisione di percorsi diagnostici terapeutici e assistenziali condivisi
Nuovi percorsi assistenziali per pazienti con patologia cronica Una patologia cronica incide sulla qualità della vita di tutti i giorni di coloro che ne sono