Ha destato interesse, non solo nell’ambiente scientifico, una recente riunione, organizzata dalla Fondazione Bridge che ha sottolineato l’importanza di decentralizzare la sperimentazione clinica. Per decentralizzazione si intende la possibilità che i partecipanti a uno studio clinico possano rimanere a casa anziché essere richiamati per visite ed esami in ospedale. Ciò è già stato sperimentato a livello internazionale utilizzando le nuove tecnologie digitali e della telemedicina. Ben venga la decentralizzazione, con le opportune garanzie e i conseguenti controlli, quando è compatibile con l’obiettivo della ricerca.
Nella stessa riunione è stata anche annunciata l’intenzione di ricostituire l’”intergruppo parlamentare su ricerca e sperimentazione clinica”. Ottima idea per affrontare una serie di problemi burocratici ed etici, nonché di conflitti di interessi che affliggono la ricerca scientifica. Basti pensare alla ricerca preclinica ancora oggi indispensabile per effettuare la ricerca clinica. Per utilizzare un topo sono necessari un mucchio di documenti e passare attraverso 3 comitati con la conseguenza che si devono attendere circa 6 mesi, quando in altri Paesi basta qualche settimana e il silenzio-assenso.
L’educazione alimentare nei giovani come primo strumento di prevenzione per diverse patologie: un percorso ad hoc
La corretta alimentazione come strumento di prevenzione Alimentazione e salute sono strettamente legate tra loro, così come lo sono alimentazione e malattie. L’alimentazione, tramite una