Diminuiscono nel nostro Paese le persone prese in carico dai servizi dedicati alla salute mentale: erano 164 ogni 10mila residenti nel 2019, 143 nel 2020, 125 nei primi sei mesi del 2021, complice, negli ultimi due anni, la chiusura di alcuni servizi convertiti temporaneamente in reparti Covid-19. Calano anche le dimissioni dalle strutture residenziali: nel primo semestre del 2021, quasi nessuno è stato dimesso. Si intravedono, tuttavia, segnali di progressiva uscita dei servizi dall’emergenza pandemica, con l’aumento delle visite psichiatriche e psicologiche tra gennaio e giugno 2021. Incrementati anche gli interventi da remoto o in modalità mista che nell’emergenza hanno consentito di mantenere la continuità assistenziale. E’ questa la fotografia scattata dall’indagine del Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale dell’ISS, con il supporto del ministero della Salute. Indagine che, grazie al finanziamento dello stesso ministero, ha dato avvio alla costituzione di una rete permanente di Dipartimenti di Salute Mentale (DSM): una rete “sentinella” mirata al monitoraggio tempestivo dei bisogni di salute per aiutare i decisori pubblici nelle scelte di programmazione sanitaria, anche oltre l’emergenza SARS-CoV-2.
L’educazione alimentare nei giovani come primo strumento di prevenzione per diverse patologie: un percorso ad hoc
La corretta alimentazione come strumento di prevenzione Alimentazione e salute sono strettamente legate tra loro, così come lo sono alimentazione e malattie. L’alimentazione, tramite una