Qualche settimana fa la Apple ha presentato i suoi ultimi prodotti tecnologici. Tra questi spicca lo smartwatch che vede incrementate le funzioni relative alla salute, in particolare il monitoraggio della fertilità femminile, un sensore per la temperatura (per migliorare, tra le altre cose, il tracciamento del sonno) e la funzione che permette, in caso di incidente (come per esempio una caduta), di far partire in automatico una chiamata verso un numero di emergenza.
Funzionalità che si aggiungono alle tante già presenti nelle precedenti versioni e in molti degli orologi intelligenti che portiamo al polso e che oltre a tracciare la nostra attività fisica si preoccupano anche di monitorare i nostri parametri vitali. Tutto questo spesso senza essere dei dispositivi medici. Ma quali sono le differenze tra strumenti commerciali smart e medical device?
“Il problema di molti di questi strumenti e applicazioni è che non sono approvati e validati da un ente regolatore – ricorda Eugenio Santoro, responsabile del Laboratorio di Informatica medica dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano – Sebbene si cerchi di far passare in maniera subdola che sono degli strumenti clinici, che possono dunque essere inseriti in un percorso assistenziale e che possono monitorare in maniera efficace la nostra salute, questo non è vero: mancano infatti le prove”.