Siamo circondati da macchine molto brave a svolgere compiti precisi, anche se questo non significa che siano intelligenti. “Siamo di fronte a un divorzio tra intelligenza e capacità di agire – spiega Luciano Floridi, ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford – Riuscire a fare bene qualche cosa non significa essere intelligenti, a meno che non riduciamo l’intelligenza alla mera capacità di calcolo”.
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