Dopo un iter travagliato, sedute notturne in commissione, emendamenti annunciati e mai presentati e una seduta fiume terminata al mattino del 24 dicembre, la Legge di Bilancio 2023, la prima firmata Giorgia Meloni, ha avuto il primo via libera dalla Camera.
L’ultimo ostacolo è arrivato dalla Ragioneria dello Stato, che ha segnalato la necessità di correggerne ben 44 punti “al fine di evitare oneri privi di copertura finanziaria”. Un appunto che ha rischiato di far slittare la manovra a dopo Natale, con la possibilità concreta di non riuscire a rispettare il termine del 31 dicembre. Il 27 dicembre è approdata in Senato e si punta al rilascio entro il 29.
Per la sanità confermato l’impianto uscito dal Consiglio dei Ministri, anche se a sorpresa alcune correzioni annunciate non sono poi state presentate: non ci sarà infatti nessuna anticipazione al 1° gennaio 2023 dell’incremento di 200 milioni dell’indennità di Pronto soccorso già riconosciuta al personale della dirigenza medica e al personale del comparto sanità, dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale operante nei servizi di pronto soccorso e l’istituzione di un fondo denominato “Fondo per l’implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027 – PON”, con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, destinato al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l’assistenza al malato oncologico. Misura annunciata dal Ministro Schillaci nelle audizioni nelle commissioni Sanità ma poi non concretizzata.