Il futuro è nel metaverso. E non si tratta solo di nuove frontiere del gaming, ma anche di soldi. Secondo una ricerca di Bloomberg, il mercato globale del metaverso potrebbe crescere fino a 800 miliardi di dollari entro il 2025. Questo rappresenterebbe una grande opportunità per il settore digitale: realtà virtuale esperienze immersive per social network, gaming e fitness, con ulteriori opportunità di monetizzazione tramite l’e-commerce. Tra i settori che ne beneficeranno c’è anche la sanità digitale.
Definire nel 2022 cosa sia precisamente il metaverso resta un’impresa tutt’altro che scontata. Il termine compare per la prima volta nel 1992 in un libro di fantascienza di Neal Stephenson. Dagli anni ’90 fino ad oggi, il concetto di metaverso è profondamente cambiato. Non riguarda più semplicemente un mondo digitale, ma fa riferimento a un mondo virtuale interconnesso con la realtà, nel quale è possibile interagire con altre persone.
Nel metaverso convergono più tecnologie, quali IoT, blockchain, e Nft (Non-Fungible Token), hardware e software di realtà aumentata e virtuale. Restringendo il focus all’ambito più di interesse, la digitalizzazione della sanità – come evidenzia il rapporto “Digital Health 2030”, elaborato da The European House-Ambrosetti e presentato la scorsa estate – è un processo in atto da molti anni che intende creare opportunità aggiuntive e non sostitutive. Per esempio, potenziare i percorsi di diagnosi e cura con le tecnologie digitali significa creare percorsi ibridi, in cui a servizi fisici e prestazioni in presenza si possono associare e integrare anche prestazioni in digitale.
Sempre nello stesso rapporto si spiega come le applicazioni del metaverso in sanità siano molteplici, dalla formazione dei professionisti sanitari alla chirurgia. Un numero crescente di università utilizza software capaci di simulare casi clinici con pazienti virtuali e rendere l’esperienza dello studente più immersiva. In abito chirurgico, il metaverso offre la possibilità di prepararsi al meglio prima di un intervento ma consente anche l’opportunità di sfruttare le tecnologie della robotica al fine di rendere gli interventi sempre meno invasivi.