Il 15 gennaio presso il Ministero della Salute abbiamo avuto un interessante momento di confronto sui temi dell’Intelligenza Artificiale, sull’utilizzo dei dati sanitari e sullo stato di sviluppo della sanità digitale. Il valore aggiunto dell’iniziativa, organizzata da Culture, è stato sicuramente quello di concentrare la discussione sugli aspetti strategici e sui fattori di criticità e debolezza che necessitano di essere presidiati affinché il percorso attuativo si sviluppi concretamente generando gli impatti attesi. Tra le evidenze emerse, la consapevolezza che il piano per la transizione digitale (acquisizione tecnologie e piattaforme applicative) si sta sviluppando nel rispetto complessivo delle tempistiche programmate.
Accanto a elementi di positività, sono state discusse anche criticità importanti. Quella di maggiore evidenza è rappresentata dal fatto che, pur avendo dedicato sforzi importanti nel declinare le caratteristiche e le funzioni dei singoli oggetti che caratterizzano il cambiamento, le stesse energie non siano state poste nel definire come cambia il modo di “fare salute” per i cittadini che dovranno approcciare una sanità digitale al posto di quella “analogica” attuale. A dire il vero, almeno sotto il profilo concettuale, l’impatto derivante da alcune innovazioni è definito: la possibilità di elaborare i dati che alimenteranno le piattaforme digitali, anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, consentiranno di sviluppare modelli di analisi per la stratificazione della popolazione, utili per formulare azioni mirate per la prevenzione delle malattie e, in prospettiva, per passare da un modello di sanità prevalentemente reattiva a una sanità proattiva e predittiva.
L’Intelligenza Artificiale per migliorare lo sviluppo di un test diagnostico.
L’Intelligenza Artificiale per ottimizzare un test diagnostico Le aziende che investono fortemente in ricerca e tool diagnostici di frontiera hanno grande interesse a proporre kit