Le terapie cellulari avanzate con cellule immuno-effettrici geneticamente modificate (nella fattispecie terapie con cellule CAR-T) sono ora una realtà approdata alla pratica clinica. Il CAR-T è una rivoluzione clinica e tecnologica. La grande innovazione sta nell’aver dimostrato che è possibile modificare geneticamente le cellule del sistema immunitario per renderle più efficaci contro alcuni tipi di tumore del sangue. Gli sviluppi più avanzati hanno portato alla commercializzazione dei primi tre prodotti che hanno come bersaglio la molecola CD19, espressa in tutte le leucemie linfoblastiche acute e in altre malattie linfoproliferative, come i linfomi diffusi a grandi cellule B ed i linfomi mantellari.
I risultati danno una speranza concreta sul futuro e questa potrebbe essere una soluzione per tanti altri tumori ma non solo. Le cellule CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell) sono linfociti T prelevati dal paziente al cui interno è inserito un gene artificiale che esprima la molecola CAR. Il CAR è una struttura chimerica, costituita da due molecole diverse: la porzione di un anticorpo, che riconosce l’antigene, cioè il bersaglio che si vuole aggredire, e porzioni co-stimolatorie, che danno l’input al linfocita di attivarsi contro quel bersaglio e di proliferare quando lo incontrano.
Dopo la pandemia: ripensare i percorsi clinici tra ricerca, cronicità e innovazione
Gli impatti in termini di ricerca e di organizzazione dei percorsi clinici determinati dalla pandemia di Covid-19 hanno mostrato quanto sia stato catastrofico quest’ultimo periodo