All’interno dell’approfondimento che SIFO sta sviluppando in questi ultimi anni, il tema delle tecnologie e della digital-health è tra quelli che con maggior costanza offrono spunti di riflessione. Quest’anno, all’interno del XLIII Congresso (in corso di svolgimento a Bologna) il focus si è concentrato su “Digital health e cronicità: nuovi scenari per la cura ed il monitoraggio delle terapie”, sessione a cui hanno preso parte Annalisa Giancaterini (UOSD Malattie Endocrine, del Ricambio e della Nutrizione, ASST Brianza, membro del Direttivo dell’Associazione Medici Diabetologi-AMD), Francesca Caruso (Assistenza Farmaceutica AUSL Romagna) e Tonino Aceti (presidente Salutequità), insieme ai moderatori Andrea Ciaccia (UOC Farmaceutica Territoriale – ASL Foggia) e Barbara Meini (direttore della UOC Farmaceutica Territoriale Grosseto, Azienda USL Toscana SudEst; coordinatore Editoria scientifica SIFO e caporedattore Giornale italiano di Farmacia Clinica).
La domanda che ha attraversato tutta la sessione è stata netta e precisa: quale contributo possono offrire le tecnologie e gli strumenti digitali nei confronti dell’ “emergenza cronicità”? “Il contributo che possono dare in termini di una migliore presa in carico dei pazienti, ottimizzazione dell’aderenza ai trattamenti, migliori outcomes a lungo termine e riduzione dei costi diretti ed indiretti delle patologie croniche, promette di essere rilevante sia per i pazienti che per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”, risponde Barbara Meini (direttore della UOC Farmaceutica Territoriale Azienda USL Toscana SudEst), coordinatore Editoria scientifica SIFO e caporedattore Giornale italiano di Farmacia Clinica, oltre che esperta SIFO nell’ambito delle tecnologie digitali, “Per questo, nonostante i numerosi e importanti progetti di digitalizzazione legati al PNRR, è prima di tutto imperativo colmare quanto prima il gap culturale e normativo rispetto ad altri paesi europei (ad es Germania), per offrire ai pazienti italiani le stesse opportunità, ad esempio, dei pazienti tedeschi, per i quali sono disponibili e rimborsabili le terapie digitali”.