Gli editori di molte riviste scientifiche hanno vietato o limitato l’uso da parte degli autori di ChatGPT, una chatbot avanzata basato sull’intelligenza artificiale, temendo che l’uso di questo strumento possa peggiorare il livello della letteratura accademica con ricerche imperfette e senza fondamento. Il programma, infatti, è in grado di produrre abstract scientifici falsi, ma abbastanza convincenti da ingannare i revisori umani. Il dibattito si è acceso dopo che ChatGPT è stato accreditato come coautore su alcuni studi, come un lavoro pubblicato in gennaio su Nurse Education in Practice (Elsevier). La risposta dell’editoria scientifica non si è fatta attendere: Holden Thorp, caporedattore di Science, ha annunciato un aggiornamento della politica editoriale, vietando l’uso di ChatGPT e chiarendo che il programma non potrà essere elencato come autore.
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