Il nuovo Governo è decisamente scettico sulla riforma della sanità territoriale, sostenuta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), basata anche sulla creazione delle Case di comunità, così come era stata disegnata nell’ultimo anno e mezzo. Questo evidenziano le dichiarazioni raccolte fino ad oggi a poco più di un mese dall’insediamento del nuovo esecutivo. Ancora non si sa se le Case siano “la scelta giusta”, risponde il ministro della Salute, Orazio Schillaci, appena insediato alla guida del dicastero di lungotevere a Ripa. Del resto, il partito di maggioranza, fondato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non ha mai guardato di buon occhio la soluzione progettata dal governo Draghi che prevede lo stanziamento di due miliardi di euro per l’apertura di 1350 strutture entro il 2026. In una intervista a Dataroom, alle giornaliste Milena Gabanelli e Simona Ravizza, il ministro ha ricordato come il Pnrr sia stato concepito due anni fa. Nel frattempo, a detta dell’ex rettore dell’Università Tor Vergata, le condizioni sono cambiate: “Pensiamo solo ai costi per le edificazioni. Stiamo valutando se le Case di comunità siano la risposta giusta per il territorio”. Soluzione ancora da disegnare, quindi, stando alle parole di Schillaci. “Non è stata comunque presa nessuna decisione definitiva, il dossier è aperto, stiamo lavorando. Non è una questione politica, si tratta di offrire la miglior sanità territoriale ai cittadini. Questa è la risposta che i cittadini si aspettano da noi”.
Dopo la pandemia: ripensare i percorsi clinici tra ricerca, cronicità e innovazione
Gli impatti in termini di ricerca e di organizzazione dei percorsi clinici determinati dalla pandemia di Covid-19 hanno mostrato quanto sia stato catastrofico quest’ultimo periodo