Facile, direte voi, visto che negli ultimi anni, a partire dal periodo pandemico in poi, tanti sono stati gli eventi che hanno trasformato il lavoro quotidiano del farmacista, sia esso titolare o collaboratore, nell’ambito della farmacia territoriale aperta al pubblico.
Certo, se ci si fermasse a riflettere, non credo che alcuno di quei grandi indovini di cui parlavo pocanzi avrebbe mai potuto prevedere tempo addietro il ruolo svolto dalle farmacie private negli screening di massa per tracciare l’evoluzione del Covid-19 con i tamponi o, ancora più difficilmente, avrebbe mai potuto pensare allo straordinario contributo dato alla profilassi dalle stesse con le vaccinazioni di massa, che ha visto il farmacista prevalere nettamente rispetto alle altre figure professionali sanitarie.
Allora perché mai il prossimo dovrebbe essere un anno di ulteriori e così rilevanti cambiamenti? Stavolta non servono particolari doti da veggente per rendersi conto che tante sono le cause concomitanti che potranno contribuire a un’accelerazione verso nuovi modelli di farmacia e provo a elencarne alcune, citandole non secondo un criterio di importanza, ma semplicemente considerando che alcune di esse, avendo già vissuto una fase sperimentale, troveranno piena applicazione nel 2024.