Alcuni ospedali potevano già garantire questo servizio ai loro pazienti. Tutti gli altri dovranno invece iniziare a farlo d’ora in avanti. Necessariamente in tutte le Regioni, con l’organizzazione che ogni ente locale riterrà più opportuna nell’ambito della rete di assistenza ai malati di cancro. L’inizio del 2023 segnerà la diffusione delle indagini di sequenziamento genomico estese (Ngs) nell’ambito della diagnosi del tumore del polmone non a piccole cellule metastatico. Un passaggio necessario, per dare concretezza alle innovazioni terapeutiche oggi disponibili. Con uno stanziamento di cinque milioni di euro all’anno (per il 2022 e il 2023), il ministero della Salute ha dunque riconosciuto l’utilità della diagnostica molecolare in questa branca dell’oncologia. I prossimi passi, adesso, spetteranno alle Regioni, chiamate a organizzare l’erogazione del servizio nei laboratori di anatomia patologica presenti sul proprio territorio. E contribuire così a frenare parte della migrazione sanitaria legata alla gestione di una delle forme di cancro più diffuse e letali.
Dopo la pandemia: ripensare i percorsi clinici tra ricerca, cronicità e innovazione
Gli impatti in termini di ricerca e di organizzazione dei percorsi clinici determinati dalla pandemia di Covid-19 hanno mostrato quanto sia stato catastrofico quest’ultimo periodo